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sabato 5 luglio 2014

LA SINDROME DA FATICA CRONICA. Ecco come capire di esserne affetti e come curarla.



A tutti capitano dei periodi di stanchezza, solitamente transitoria, spesso dovuti a stress o a periodi di lavoro particolarmente intensi. Si tratta di un tipo di stanchezza che migliora con il riposo o con l’allontanamento dalle preoccupazioni. Può invece capitare che la stanchezza diventi cronica e cioè si soffre della sindrome da fatica cronica, il cui acronimo è SFC. Si tratta di una vera e propria patologia subdola, difficile da accertare e, per taluni versi, ancora poco conosciuta.
La sindrome da fatica cronica si manifesta con forti cefalee, debolezza ed incapacità di svolgere attività fisiche e mentali; non di rado, il paziente manifesta una tendenza alla depressione. I suoi sintomi sono poco precisi ed appartengono anche a patologie differenti, compresi i problemi psicologici.
Perché si possa parlare di SFC il malessere deve perdurare da almeno sei mesi e deve essere presente uno stato di astenia e di prostrazione che impedisce le attività che, fino a poco tempo prima, erano considerate nella norma. Fra i sintomi rientrano anche il mal di gola, l’ingrossamento dei linfonodi, l’insonnia ed incapacità di riprendersi dalla fatica. Molti pazienti non riescono a concentrarsi, presentano difficoltà mnemoniche, disorientamento e poca concentrazione; inoltre, il sonno non è mai sufficiente e può essere poco sereno ed agitato. Dopo aver compiuto un’attività impegnativa, il soggetto non riesce a recuperare le energie e manifesta uno stato di spossatezza acuta.
Il quadro cinico della sindrome da fatica cronica è molto complesso e variabile, esso può comprendere stati di ansia, stress o dolori anche di tipo muscolari, spesso piuttosto intensi; in alcuni casi si regista un’importante perdita di peso, febbre ed intolleranze alimentari.
La sindrome da fatica cronica, in genere, riguarda in numero maggiore le donne anche se gli individui di sesso maschile non ne sono del tutto esenti.
Le cause di questa patologie sono molteplici e comprendono infezioni, reazioni autoimmuni ma anche momenti di grande fatica e stress. Se non adeguatamente affrontata o se trascurata può arrecare altri disturbi, in particolare di natura psicologica: depressione, frustrazione ed irritabilità. Chi soffre di questa patologia, nei casi più gravi, è quasi completamente impossibilitato nel svolgere le attività quotidiane ed ha bisogno di un sostegno costante.
Il modificarsi delle proprie capacità cognitive e fisiche pone il paziente davanti a numerosi problemi, non ultimo la difficoltà nel svolgere un lavoro o nell’occuparsi della propria famiglia.
La sindrome da fatica cronica si evolve in maniera differente, in base al soggetto preso in esame;  è possibile che diventi causa dell’impossibilità di svolgere le azioni anche più semplici come per esempio camminare. La SFC, non di rado, può regredire per poi ripresentarsi a distanza di tempo, senza alcun preavviso.
In base ai sintomi e alla gravità del quadro clinico, viene proposta una cura personalizzata che sia in grado di alleviare il dolore favorendo la ripresa del proprio stile di vita. Quando la patologia è meno importante, lo specialista potrebbe suggerire delle modifiche alle abitudini quotidiane, in favore di un’esistenza meno caotica ed impegnativa. Il medico valuterà se sia necessari, o meno, dei farmaci che risolvano il problema dell’insonnia e della depressione.
E’ bene che il paziente impari a riconoscere i propri limiti, a svolgere una vita meno stressante e frenetica, concedendosi dei momenti di riposo assoluto. Per contrastare alcuni sintomi della fatica cronica, potrebbe essere utile dedicarsi ad attività che riequilibrino il rapporto fra corpo e mente, come il pilates e lo yoga.

IL BASILICO utile per distruggere la cellulite. Ecco come usarlo



Non tutti sanno che  il basilico è ricco di proprietà benefiche, oltre che ad essere indispensabile in cucina, facilita l’eliminazione dei liquidi in eccesso, contrasta le infiammazioni, il meteorismo e le digestioni lente. Il suo potere drenante la rende particolarmente adatto alla lotta alla cellulite, una delle malattie maggiormente diffuse che, specialmente nelle donne si manifesta nei glutei,  cosce e ventre.
Per distruggere la cellulite è possibile avvalersi del basilico, impiegandolo sia sotto forma di olio essenziale che di tisana. 
La tisana di basilico si prepara miscelando qualche foglia di basilico, di alloro e di menta; mettiamo a bollire l’acqua e, dopo aver raggiunto l’ebollizione, spegniamo ed aggiungiamo le erbe. L’infuso deve riposare per circa 10 minuti. Infine può essere bevuto con, o senza, l’aggiunta di zucchero; la tisana deve essere consumata fredda dalle due alla tre volte al giorno. Questa è una bevanda che contrasta la ritenzione idrica, aiuta a smaltire i liquidi, migliorando l’aspetto della cute.
Per completare il percorso contro la pelle a buccia d’arancia, bisogna effettuare, ogni giorno, dei massaggi che partendo dal basso risalgano verso l’alto. Questi devono essere eseguiti con dell’olio al basilico costantemente e lentamente, in modo che il prodotto abbia il tempo di essere assorbito.
Oltre ai massaggi e alle tisane, il problema della cellulite deve essere affrontato su più fronti, quindi è necessario seguire uno stile di vita attivo e mangiare sano. Bisogna per questo ridurre l’impiego di sale e dei prodotti che lo contengono, come per esempio quelli precotti ed il dado, scegliendo frutta e verdura di stagione. L’idratazione svolge un ruolo di primo piano, così come il movimento che deve essere giornaliero e mirato.

sabato 29 marzo 2014

IL MAGNESIO: aiuta a curare quasi tutto, pochi lo sanno, perché?



E’ lo scarto del sale, ma è indispensabile per l’attività di oltre 300 enzimi e svolge un ruolo fondamentale praticamente su quasi tutti gli apparati del corpo umano.
Non a caso, da chi ne conosce le potenzialità, è considerato la panacea di molti mali. E’ facilmente assimilabile ed economico. Ma soprattutto funziona.
E’ l’unico fra i Sali di magnesio ad aver dimostrato la sua efficacia nella terapia delle malattie infettive, grazie all’effetto stimolante sui globuli bianchi e in generale su tutto il sistema immunitario.
Il Cloruro di Magnesio aiuta a curare “epilessie, distrofie, sclerosi, poliomielite, tumori, asma, bronchite cronica, broncopolmonite, enfisema polmonare, influenza, pertosse, raucedine, affezioni dell’apparato gastrointestinale, malattie cervicali, tensioni neuro muscolari, artriti, sciatiche, dolori ai muscoli, calcificazioni, osteoporosi, depressioni, ansie, paure, mali di testa, febbri, fuoco di sant’Antonio, orticarie, tetano (anche quando il paziente è già rigido), morsi di vipera (lavare anche la ferita), rabbia, parotite, scarlattina, rosolia, morbillo e le altre malattie dell’infanzia”.
Come ogni scoperta, anche questa parte da un evento pressoché fortuito: nel 1915 il professor Pierre Delbet, utilizzando una soluzione di cloruro di magnesio per il lavaggio delle ferite, si rese conto di come questa non solo non danneggiasse i tessuti, cosa che – invece – accadeva con gli altri antisettici, ma addirittura facilitasse la guarigione della ferita stessa.
Delbet scoprì inoltre come l’uso del cloruro di magnesio scongiurasse pericolose complicazioni, quali le sovra infezioni batteriche frequenti all’epoca, grazie all’azione di stimolo sull’attività dei globuli bianchi.
Il successivo e importantissimo passo fu scoprire che l’azione di stimolo non era limitata ai globuli bianchi, bensì agisse su tutte le cellule dell’organismo, allargando lo spettro oltre i meccanismi di difesa.
La sperimentazione proseguì somministrando la soluzione anche per via orale, riscontrando – nella maggior parte dei pazienti – il manifestarsi di una sensazione di benessere generale, energia, una maggiore resistenza alla fatica e una maggior stabilità emotiva.
All’epoca, le molte persone che cominciarono ad assumere la soluzione di cloruro di magnesio in qualità di “tonico”, con conseguenze inaspettate sull’organismo, informarono prontamente il professore.
In poco tempo, grazie alle testimonianze dei pazienti, Delbet si ritrovò tra le mani gli effetti della sua “scoperta”. Il cloruro di magnesio aveva fatto scomparire completamente disturbi dell’apparato digerente come coliti, colecistiti e angiocoliti, aveva migliorato in modo esponenziale affezioni del sistema nervoso quali il tremore senile, il morbo di Parkinson, i crampi muscolari. Ancora, effetti sorprendenti erano stati riscontrati nella cura della pelle: acne giovanile, eczema, psoriasi, verruche, geloni, prurito. Infine, Delbet fu in grado di dimostrare come il cloruro di magnesio potesse migliorare lo stato di unghie e capelli, di diverse patologie legate allo stato allergico come il raffreddore da fieno, l’orticaria, i pruriti di vario genere fino ad arrivare alle emorroidi e all’edema di Quincke. La sua sperimentazione si allargò a tal punto da testare il cloruro di magnesio localmente, sotto forma di pomata: l’effetto non raggiunse il 100% voluto, ma l’applicazione permise di far in scurire buona parte di capelli e barbe sbiancate da anni, o di scolorire le macchie cutanee della “vecchiaia”.
Nelle sue ricerche, Pierre Delbet fu coadiuvato dal Dottor Neveu, ma i benefici del Cloruro di Magnesio hanno interessato parecchi medici e ricercatori, tra cui l’italiano Raul Vergini.
Se gli alchimisti assegnavano la denominazione di Panacea Universale al chermes, minerale ritenuto capace, oltre che di guarire ogni male, anche di prolungare indefinitamente la vita, a questo punto anche il Cloruro di Magnesio potrebbe arrogarsi, senza tema di smentita, lo stesso titolo.
La cosa incredibile è come la carenza di Magnesio sia sempre stata ignorata dai medici come possibile causa di almeno una buona parte dei disturbi che affliggono l’essere umano.
Il Magnesio è un elemento essenziale presente in tutti gli organismi, indispensabile per lo svolgimento di numerose reazioni enzimatiche. L’organismo umano ne contiene circa 25 grammi, localizzati per lo più nelle ossa, nei muscoli, nel cervello e in altri organi come fegato, reni e testicoli.
Il Magnesio ha la capacità di produrre l’equilibrio minerale necessario agli organi per l’espletamento delle loro funzioni, come per esempio i reni, alimenta l’acido urico nelle artrosi, ha potere decalcificante fino alle più sottili membrane nelle articolazioni, nelle sclerosi e nelle sclerosi calcificate, quindi è un valido aiuto per prevenire gli infarti poiché purifica il sangue. Rinvigorisce anche il cervello: diversi studi attestano la sua validità nel mantenerne la gioventù, fino alla vecchiaia.
Malgrado tutto ciò, Il Magnesio è – tra tutti gli elementi – il meno somministrato.
La sua importanza è stata, e ancora oggi continua a essere dai più, sottovalutata.
Se è stato dimostrato come, con l’uso del Magnesio, aumenti anche la conta dei globuli bianchi perché questo effetto, che porta il nome di citofilassi, continua a essere ufficialmente trascurato? Come dire che per l’essere umano non sia importante avere la possibilità di aumentare il proprio tono immunitario.
Secondo Padre Beno J. Schorr, professore di fisica, chimica e biologia al Collegio di Santa Caterina “Il Magnesio elimina il calcio dai punti indebiti e lo fissa solidamente alle ossa. Dopo i 40 anni l’organismo assorbe sempre meno magnesio, producendo vecchiaia e dolori perciò deve essere preso secondo l’età. Dai 40 ai 55 anni: mezza dose (una dose = una tazzina da caffè). Dai 55 anni ai 70: una dose al mattino. Dai 70 ai 100 anni: una dose al mattino ed una alla sera”. (1985)
E’ del 1932 la ricerca di Schrunipf-Pierron: la dieta abituale delle popolazioni rurali dell’Egitto forniva quasi due grammi di Magnesio al giorno. Risultato? Tra i contadini egiziani l’incidenza del cancro era 10 volte inferiore a quella delle popolazioni di Europa e USA, mentre quella del cancro allo stomaco addirittura 50 volte minore. Non a caso, anche Delbet orientò la sua ricerca anche in quest’ambito.
Nel quotidiano, Schrunipf-Pierron osservò come i contadini egiziani non soffrissero di raffreddori, influenze, polmoniti e pleuriti. Le loro donne partorivano con estrema facilità, mentre gli anziani conservavano un’ “andatura elegante e armoniosa anche in età molto avanzata”.
Sia chiaro, il Cloruro di Magnesio non è una medicina, bensì un alimento che non ha controindicazioni ma soprattutto è compatibile con qualsiasi cura farmacologica in corso. Ha comunque una peculiarità non indifferente: prenderne una dose per un dolore soltanto fa sì che eventuali altri dolori guariscano comunque, perché il sale mette in ordine tutto il corpo.
Dove trovare Il Magnesio? Presto detto: nei cereali integrali, la soia, i fagioli, i vegetali in genere (se coltivati con metodo biologico), i frutti di mare, cioccolata e cacao. Essendo un prodotto di scarto del sale, va da sé che anche il sale marino sia ricco di Magnesio. Peccato però che l’impiego di concimazioni minerali e il raffinamento dei cibi portino alla quasi totale perdita di magnesio. La stessa cottura può portare a un impoverimento dello stesso fino al 70%.
Come scoprire se si è carenti di Magnesio? Molto spesso i sintomi passano per ansia, ipereccitabilità muscolare, cefalea, vertigini, insonnia, asma, alterazioni del ritmo cardiaco, stanchezza eccessiva, disturbi del ciclo mestruale.
Dire che si sarà immuni da tutte le malattie è impossibile, ma sapere che c’è la possibilità di attenuare i dolori e il decadimento del corpo, è già una ragione importante per cominciare ad assumerlo. Anche perché il corpo, nella sua grande intelligenza fisiologica, elimina l’eventuale eccesso da solo. Al massimo, pulirete l’intestino. Che male non fa.

Fonte: CURIOSITY  

 

giovedì 30 gennaio 2014

“L'albero che si libra nell'aria” ILLUSIONE OTTICA? o… ARTISTA GENIALE? Impressionante!!.. da vedere (FOTO – VIDEO)



Due artisti Mario Shu e Daniel Sterling hanno creato un albero come se fosse tagliato in due e magicamente in bilico.
L'effetto è notevole, ma il trucco è relativamente semplice da riprodurre.
In sostanza hanno avvolto il tronco con teli di plastica, poi li hanno dipinti riproducendo il paesaggio dietro ad esso. Davvero geniale!! 



GUARDA IL VIDEO




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